La calcificazione di un tendine, di un tessuto, di un organo o di una struttura che normalmente non lo sono, rappresenta sempre un evento patologico, a prescindere dalla causa che l’abbia determinata e di cui parleremo nel prosieguo.
Si ha la calcificazione quando si assiste al formarsi di un deposito di sali di calcio in sedi anomale come definito da Finerman e Shapiro nel 1990.
Cosa ben diversa dalle ossificazioni, in cui si assiste al formarsi di vero e proprio tessuto osseo nel contesto di un tessuto connettivo diverso da quello osseo, come in un muscolo ( miosite ossificante ) o in prossimità di una articolazione ( paraosteoartropatia ) o di una cicatrice chirurgica come avviene talvolta sulla linea mediale addominale.
Anche le ossificazioni anomale rappresentano un grosso problema per la medicina, ma di queste non parleremo in questo articolo.
Si parla di calcificazioni eterotopiche
In ambito ortopedico e medicosportivo le calcificazioni eterotopiche dettero luogo alla nascita in quegli anni di una nuova tecnica terapeutica incruenta, esterna, ambulatoriale che rimuovesse tali calcificazioni senza dover ricorrere all’intervento chirurgico: le Onde d’Urto.
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In effetti quello delle calcificazioni tendinee era un campo dove a quei tempi eravamo piuttosto disarmati riguardo a cure conservative efficaci, anche se utilizzavamo laserterapia, ultrasuoni, ionoforesi e quant’altro disponibile ma con scarso successo, per cui spesso si ricorreva all’intervento chirurgico.
Per diversi anni l’eliminazione delle calcificazioni dai tessuti molli assieme al trattamento dei ritardi di guarigione delle fratture rimasero le indicazioni principali, se non esclusive, delle Onde d’Urto.
La nostra esperienza in questo campo, in modo pionieristico iniziò alla fine degli anni novanta, a Firenze, in una nota casa di cura.
Come si forma una calcificazione ?
Il processo di calcificazione in una sede anomala è lo stesso della calcificazione normale ( come avviene nell’osso ) ma causata da fattori diversi da quelli fisiologici e legati perciò a stimoli patologici.
La calcificazione è un evenienza comune, anche se sempre patologica, nei tendini dell’uomo e spesso rimane a lungo asintomatica e la funzionalità tendinea apparentemente conservata. Si renderà sintomatica in caso di sovra missione infiammatoria o per microlesioni o per impedimento meccanico se si accresce maggiormente.
Il tendine del muscolo sovraspinato della spalla, facente parte della cuffia dei rotatori, è nettamente quello più colpito.
La calcificazione rappresenta una delle possibili manifestazioni della sofferenza cronica del tendine, la cosiddetta tendinosi, caratterizzata dalla cronicizzazione con proliferazione di tenoblasti ( le cellule primordiali specifiche del tessuto tendineo ) , proliferazione capillare, aumentata produzione di collagene, fibrosi, aumento di volume e possibile deposito di sali calcio.
Per rispondere alla domanda che ci siamo posti, in effetti la calcificazione di un tendine deve allarmare perché segno di una malattia del tendine che può portare anche alla sua rottura.
Pertanto la calcificazione è un allarme che va colto, monitorizzando lo stato anatomico e funzionale di quel tendine ed intervenendo di conseguenza sotto guida medica.
Quali sono le cause della calcificazione ?
Le cause principali che possono contribuire alla formazione di una calcificazione tendinea sono il sovraccarico funzionale, legato soprattutto ad attività sportive, ma anche occupazionali e lavorative e i microtraumi ripetuti.
Possono anche concorrere fattori dismetabolici, come il diabete mellito, e vascolari per riduzione della irrorazione sanguigna, fenomeni locali di ipossia e conseguente metaplasia fibrocartilaginea.
Nella nostra lunga esperienza sul campo più volte abbiamo avuto la forte sensazione che potessero entrare in gioco anche cause genetiche predisponenti con quadri clinici polidistrettuali, spesso bilaterali, in persone che non presentavano in anamnesi nessuno dei fattori prima elencati.
La calcificazione può tornare / recidivare
Se gli stessi motivi che sono alla base della formazione della calcificazione permangono o si ripresentano, si può assistere a distanza di tempo al tornare della calcificazione nella stessa sede precedente.
Per fortuna il trattamento può essere ripetuto senza problemi, essendo ambulatoriale, indolore, privo di effetti collaterali e basato su poche sedute.
Lo stesso non può dirsi per altri trattamenti, specie quello chirurgico.
Talvolta il paziente crede che la calcificazione sia tornata alla stessa articolazione ed invece più spesso interessa l’articolazione controlaterale e molto più raramente la stessa.