Danno osseo da infezione SARS 2 Covid-19

Anche se l’organo bersaglio diretto e specifico del Covid-19 è l’apparato respiratorio, molti altri tessuti possono essere colpiti in modo indiretto dall’infezione e tra questi raramente il tessuto osseo, determinando quadri di infarto osseo o osteonecrosi avascolare, attraverso il danno vascolare.

Abbiamo già considerato il possibile coinvolgimento del muscolo striato nell’infezione da Covid-19 sia nella fase acuta della malattia sotto forma di dolore, faticabilità, contratture sia nel Long Covid in forma più sorda e prolungata, configurando un vero e proprio quadro di stanchezza cronica.

Sappiamo che l’osso risponde dal punto di vista biomeccanico al muscolo striato ed alle forze gravitarie, che rappresentano gli stimoli a cui continuamente reagisce.

Quindi un danno muscolare così come una riduzione delle forze gravitarie influiranno negativamente sulla salute e benessere dell’osso, con fenomeni di rarefazione ossea o osteopenia, solitamente recuperabili.

Infarto osseo / osteonecrosi asettica da Covid-19

Ma il danno grave provocato dal Covid su alcuni distretti ossei trova la sua origine da una crisi vascolare, un ischemia acuta o subacuta determinata dall’effetto del virus.

La vasculite da Covid-19

Questo avviene sulle pareti dei vasi, in particolare sull’endotelio ( vasculiti ), e sulla coagulazione, aumentandola fino al formarsi di micro e macro trombi che ostruiranno i vasi stessi già infiammati determinando l’ischemia, la mancanza di apporto sanguigno, del nutrimento indispensabile.

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Possibili effetti vascolari dell’infezione Covid 19 sui vasi

L’osso non è indenne da questo possibile insulto e quando avviene si determina nel giro di qualche giorno o settimana la morte del tessuto midollare dell’osso, un vero e proprio infarto osseo, un osteonecrosi asettica ( perché non c’é una infezione ) in termini tecnici.

Inizia così un dolore sordo che va sempre aggravandosi ad una articolazione che può essere grande come l’anca o il ginocchio o piccola come un dito della mano o a metà del piede o una e più vertebre della colonna.

L’osso colpito perde la sua resistenza e gradualmente si collassa non sopportando più il carico o la funzione a cui è destinato e si deforma.

Le prime pubblicazioni scientifiche sulla necrosi ossea da infezione Covid-19 sono della metà del 2021 e poi si sono susseguite numerose. Ed anche nei nostri ambulatori cominciano ad arrivare queste patologie che non trovano facile soluzione.

Queste lesioni sono ben evidenziabili alla risonanza magnetica nucleare fin dalle prime fasi, mentre solo tardivamente alle radiografie tradizionali, quando ormai l’osso è spesso già deformato ed in qualche modo non più recuperabile da nessuna terapia.

A quel punto, a distanza è possibile correggere il danno con una protesizzazione articolare per recuperare la funzione e il movimento.

Se invece riusciamo a riconoscere la sofferenza ossea nelle fasi iniziali è possibile intervenire in più modi, già noti da tempo.

Onde d’Urto Focali nell’osteonecrosi avascolare / infarto osseo da Covid-19

Le Onde d’Urto Focali già da diversi anni vengono utilizzate nelle fasi iniziali dell’osteonecrosi o necrosi asettica con buoni risultati.

Dal 2016 la Società Internazionale di Medicina con Onde d’Urto ( ISMST ) ha inserito questa patologia in assenza di compromissione articolare nelle indicazioni principali, al pari delle tendinopatie.

L’unico vero problema è rappresentato dalla possibilità di raggiungere il target di trattamento in rapporto all’apparecchio disponibile, molto più facile per distretti ossei periferici e superficiali e molto più difficile per quelli prossimali e profondi.

Rimaniamo a disposizione per ogni altro chiarimento.

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