Confermata da studi recenti l’efficacia dell’aspirina o ASA ( acido acetilsalicilico ) a basso dosaggio nel contrastare l’infiammazione da Covid19 e le sue tragiche conseguenze sia sul piano della gravità della malattia che del rischio di morte.
L’importante è che la cura sia iniziata, o sia già in corso per altri motivi di salute, dal primo giorno di ricovero.
Da sempre apprezziamo e valorizziamo gli effetti salutari dell’aspirina sul fronte del dolore, della febbre, dell’infiammazione e della prevenzione sia sul piano cardiocircolatorio che oncologico.
Il principio attivo, ormai da tanti anni di sintesi chimica, in passato era stato apprezzato dai popoli antichi estraendolo da diverse piante come il salice ( in specie la Salix purpurea), la betulla (Betula alba), la olmaria (Spirea ulmaria), il pioppo (Populus tremula) e la primula (Primula veris).
Un rimedio della fitoterapia classica rimasto ancor oggi valido ed oggetto ancora di studi scientifici di grande valore pratico.
Così scrivevamo oltre dieci anni fa nel nostro blog:
da allora molti altri studi si sono susseguiti, confermando gli straordinari effetti di questo farmaco che ha tanti pregi e forse un unico grande difetto, quello di costare pochissimo, che potrebbe in parte condizionare l’interesse delle aziende e l’attenzione della ricerca scientifica.
Purtroppo in alcuni pazienti sussistono intolleranza o effetti collaterali che ne condizionano l’assunzione specialmente per lunghi periodi.
L’aspirina migliora il decorso della malattia da Covid-19
Nel marzo 2021 in piena pandemia Covid emersero i primi studi che facevano ben sperare nell’utilizzo dell’aspirina nel migliorare il decorso della malattia da Covid19 in pazienti ricoverati, riducendo la gravità, il ricorso alla ventilazione e alla terapia intensiva.
L’aspirina a basso dosaggio riduce il rischio di morte da Covid-19
Ulteriori studi pubblicati recentemente rafforzano i risultati positivi già riscontrati, con dati su una coorte di oltre 112.000 pazienti, che dimostrano la riduzione della morte in pazienti ospedalizzati e quindi verosimilmente in condizioni cliniche importanti, specie tra i più anziani e con comorbilità.
da questo studio emerge che un dosaggio medio di circa 80 mg al giorno di aspirina, per una durata media di 5 giorni di trattamento iniziato dal primo giorno di ricovero ospedaliero, riduceva in modo significativo la percentuale di morte da Covid19.
In accordo a quanto sopra rilevato l’uso dell’aspirina, se non controindicato per altri motivi, è da consigliarsi a bassi dosaggi, anche a domicilio per le prime cure in caso di sicura infezione da Covid19 quando siano presenti febbre, dolori muscolari ed articolari, sempre meglio dietro parere medico.
Quindi l’uso dell’aspirina trova la sua logica non solo a scopo sintomatico ma anche per modulare fin dall’inizio la possibile reazione infiammatoria indotta dal virus e per sfruttare l’effetto antiaggregante piastrinico nel prevenire possibili complicanze vascolari e trombotiche.