Il linfedema consiste nell’accumulo a livello tissutale di liquido interstiziale ricco di proteine e può interessare l’arto superiore di circa una donna su cinque dopo intervento al seno.
Quando compare il linfedema ?
Il linfedema può comparire pochi giorni dopo l’intervento fino ai due anni successivi.
Il rischio di andare incontro a linfedema è più alto nei soggetti sottoposti a dissezione linfonodale ascellare, a radioterapia ed obesi.
Cosa è il linfedema ?
È una condizione cronica e progressiva, caratterizzata da una compromissione delle funzioni del sistema linfatico, che porta a gonfiore dell’arto e delle dita, pesantezza, difficoltà al movimento, ispessimento ed indurimento della pelle.
A seguito del linfedema c’è maggiore predisposizione alle infezioni cutanee e linfangiti anche per fatti banali come un graffio o una puntura di insetto e difficoltà a riparare anche piccole abrasioni o ferite.
La stasi cronica determina a sua volta un effetto compressivo sul sistema linfatico che induce un ulteriore peggioramento della capacità drenante: il quadro clinico può divenire peggiorativo e culminare in manifestazioni difficili da trattare, spesso irreversibili.
E’ importante sensibilizzare precocemente le pazienti più a rischio ed iniziare prima possibile eventuali trattamenti specifici per contrastarne la comparsa, la cronicizzazione e l’aggravamento.
Purtroppo non esiste un trattamento risolutivo definitivo, le strategie di cui disponiamo mirano a ridurre il volume dell’arto, prevenire la progressione, ridurre il rischio di infezione e linfangiti ed alleviare i sintomi associati.
La Terapia Decongestiva Complessa
I cardini del trattamento sono riuniti nella cosiddetta Terapia Decongestiva Complessa ( dall’inglese Complex Decongestive Therapy – CDT ) che prevede un attenta cura della pelle, massaggio e linfodrenaggio manuale, elastocompressione, bendaggi, pressoterapia ed esercizi.
Solitamente questi accorgimenti si dimostrano efficaci nel ridurre in maniera significativa il volume dell’arto e i sintomi negli stadi iniziali, ma risultano meno risolutivi quando la progressione e la cronicizzazione della stasi linfatica determinano l’aumento di tessuto fibrotico.
Il Linfedema cronico e la temuta Fibrosi
In questi casi da circa dieci anni risultano evidenze scientifiche positive sull’utilizzo delle Onde d’Urto a Bassa Intensità (LiESWT) in associazione ai trattamenti classici inclusi nella Terapia Decongestiva Complessa anche nel linfedema secondario di stadio 3.
La Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitazione ( SIMFER ) ne raccomanda il loro utilizzo definendolo “un approccio sicuro, efficace e non invasivo nella cura del linfedema“.
Meglio ancora se ci affidiamo a medici esperti di questa terapia e a tecnologie specifiche di ultima generazione.
Le Onde d’Urto a Bassa Intensità nel Linfedema
Le Onde d’Urto a Bassa Intensità promuovono la riduzione delle cellule infiammatorie, ricondizionano il tessuto cutaneo ed aumentano il drenaggio linfatico attraverso fenomeni di linfoangiogenesi, per aumento del rilascio del fattore di crescita C dell’endotelio vascolare.
Si ha inoltre un effetto meccanico diretto e disgregante dell’Onda d’Urto sul tessuto fibroso e un aumento della attività dei macrofagi che contribuiscono alla lisi della fibrosi.
Sul fronte cellulare invece si assiste ad un aumento delle cellule fibroblastiche native orientate alla produzione di nuovo collagene elastico e funzionale che sostituiscono progressivamente quelle esauste per ipossia già presenti, inglobate nel tessuto fibrotico patologico.
Sono previste poche sedute ambulatoriali, sempre eseguite da medico esperto, con frequenza settimanale o bisettimanale, in numero variabile in rapporto alla gravità del quadro clinico, sicure prive di effetti collaterali e ripetibili nel tempo se necessario.
Operiamo a Firenze e rimaniamo a vostra disposizione per ogni quesito in merito ai consueti recapiti.
I trattamenti se pagati in modo tracciabile sono detraibili secondo la vigente normativa fiscale.