Le Onde d’Urto sono dal punto di vista fisico delle onde acustiche, quindi di tipo meccanico, che una volta emesse da un apposito generatore hanno la capacità di diffondersi nei tessuti secondo precise leggi fisiche.
Nel mondo anglosassone ed in letteratura sono indicate dalla sigla ESWT , dalle parole inglesi Extracorporeal Shockwave Therapy, terapia con Onde d’Urto Extracorporee a sottolineare il loro uso esterno al corpo e pertanto non invasivo.
A cosa servono le Onde d’Urto in medicina
La diffusione dell’onda d’urto nei tessuti e dell’energia ad essa legata è vincolata dalla diversa impedenza acustica dei tessuti stessi e quanto maggiore sarà la differenza fra questi e così maggiore sarà l’efficacia terapeutica.
L’impedenza acustica è condizionata dalla densità di un certo tessuto e dalla velocità con cui il suono l’attraversa.
Rispetto all’acqua che già rappresenta un buon mezzo di trasmissione, ad esempio il grasso ha un impedenza acustica minore, quindi interagisce meno, il muscolo o il tendine ne hanno una maggiore, risentendo di più dell’effetto.
Nel corpo umano un tessuto ad alta impedenza acustica e quindi a buona trasmissione è sicuramente l’osso, mentre sono a bassa impedenza tessuti ricchi di aria come i polmoni, non a caso esclusi anche per altri motivi dal trattamento con onde d’urto.
Le onde d’urto sono oggi ampliamente utilizzate in diversi campi medici da quando nel 1980 a Monaco di Baviera fu effettuato il primo trattamento di frammentazione di calcoli renali ( litotripsia renale ).
La litotripsia all’origine delle Onde d’urto
Da lì in poi fu un rapido susseguirsi di nuove macchine e fonti terapeutiche sempre più piccole e maneggevoli che permisero a questa tecnica curativa di espandersi in campo ortopedico riabilitativo e sportivo.
Le Onde d’Urto nelle fratture ossee che non guariscono
A fronte delle ben note proprietà distruttive, come nel caso dei calcoli renali, presto si fecero apprezzare le proprietà rigenerative e biostimolanti.
Emblematico il caso delle guarigioni delle fratture ossee ( pseudoartrosi ) osservate negli anni novanta del secolo scorso e delle guarigioni delle ulcere e piaghe nel secondo decennio di questo secolo.
Il tessuto connettivo ( anche quello osseo ) converte lo stimolo fisico meccanico in fattori differenziati per la successiva collagenogenesi, condrogenesi e osteogenesi riparativa.
Le Onde d’Urto in ambito urologico andrologico
Gli anni successivi hanno visto ritornare l’utilizzo delle onde d’urto in campo urologico con l’utilizzo nella disfunzione erettile e del dolore pelvico cronico sia maschile che femminile.
Negli anni più recenti appare evidente il radicale cambio di visione di un trattamento che era nato per rompere qualcosa di patologico e che ora invece è protagonista di una rigenerazione di un tessuto che ha perso vitalità.
Questi due aspetti apparentemente contrapposti trovano spiegazione nelle diverse tipologie di energie messe in campo, sicuramente energie alte nella litotripsia e basse nella stimolazione biomedicale come in ambito estetico o urologico.
Alta, media e bassa energia delle Onde d’Urto
Solitamente si definisce l’intensità delle Onde d’Urto in tre categorie: bassa, media ed alta.
- – Bassa intensità quando l’energia erogata è inferiore o uguale a 0,25 mJ/mm2
- – Media intensità quando l’energia erogata è compresa tra 0,25 e 0,50 mJ/mm2
- – Alta intensità quando l’energia erogata è uguale o maggiore a 0,50 mJ/mm2
La strumentazione che utilizziamo ci permette di posizionarci tra i sistemi a più basso settaggio energetico così come tra quelli con più alto settaggio energetico.
Avendo iniziato ad occuparci di terapia con Onde d’Urto nel lontano 1997 abbiamo assistito a questo impetuoso sviluppo nei vari settori della medicina da una posizione senz’altro previlegiata.