Questa è la breve storia della esperienza delle Onde d’Urto del Dr. Guidotti
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Nel mezzo del cammin di nostra vita ……
Questa avventura inizia nel mezzo del cammin di nostra vita nell’autunno del 1997 quando il Dr Maurizio Bertoni caro amico e collega ortopedico, curioso ed illuminato, mi propose di interessarmi di una nuova tecnica di terapia medica, appunto le onde d’urto.
Si vociferava in quel periodo nell’ambiente medico di importanti risultati di quella tecnica nell’ambito ortopedico riabilitativo.
Ma la tecnica veniva dall’estero, da noi le esperienze erano pochissime anche se promettevano molto bene in fatto di sicurezza e risultati.
Francamente io non ne avevo mai sentito parlare.
La cosa curiosa era che lui, molto attento e sensibile a tutto ciò che proveniva da oltre oceano in particolare dagli USA, questa volta mi proponeva una tecnica del tutto europea che arriverà negli USA solo molti anni dopo.
La tecnica aveva origini austriache e tedesche.
La nostra curva di apprendimento iniziale
Pertanto con un altro collega che lavorava per una prestigiosa casa di cura fiorentina ci trovammo ad acquisire ( quella che oggi si chiamerebbe la “curva di apprendimento” ) poche informazioni teorico-scientifiche sulle onde d’urto.
Anche sul piano pratico, sulla tecnica di somministrazione di questa terapia fummo affiancati per un paio di giorni da un giovane collega, di cui purtroppo non ricordo il nome.
Sicuramente ricordo però che proveniva dalla Chirurgia della mano della Università degli Studi Federico II di Napoli , diretta dal prof. Ezio Maria Corrado.
Utilizzavamo un grosso apparecchio di Onde d’Urto Focalizzate elettromagnetico con puntamento ecografico, molto interessante e performante ma non certo facile da utilizzare.
Ma non ci scoraggiammo ed iniziammo a trattare i primi casi che ci venivano inviati.
E’ meglio rivolgersi al medico o al fisioterapista per fare le Onde d’urto ? LINK
Il Professor Ezio Maria Corrado pioniere in Italia
Il Prof. Ezio Maria Corrado fondava proprio nel 1997 prima società scientifica internazionale di terapia con Onde d’urto e quella nazionale, allora nominata GITOD divenuta nel 1999 l’attuale SITOD.
Infatti quella scuola è stata la pioniera nelle prime esperienze scientifiche e cliniche delle onde d’urto in ambito ortopedico in Italia ed ha continuato fin ad oggi ad essere un importante riferimento in Italia e all’estero.
Già in quegli anni avevano una discreta casistica di pseudoartrosi trattate con incoraggianti risultati.
Molti degli esperti e cultori della materia nel nostro paese derivano da quella scuola.
Iniziammo a lavorare con una macchina enorme con braccio mobile e puntamento ecografico, che ricordava molto in effetti i litrotripsori renali da cui questi apparecchi derivavano.
Il primo amore si chiamava MINILITH della STORZ azienda leader del settore che da poco aveva sperimentato la macchina alle Olimpiadi di Atlanta del 1996.
Il nostro primo caso: una pseudoartrosi di clavicola
Il primo caso che trattai, lo ricordo bene, fu una pseudoartrosi di clavicola in una ragazza giovane vittima di un incidente stradale.
Il puntamento ecografico seppur non facile da gestire risultò utile per centrare il focolaio di frattura e star ben lontani dagli apici polmonari.
Dopo la dovuta e prolungata immobilizzazione la frattura non aveva più alcuna voglia di guarire e quando arrivò a noi erano passati ormai diversi mesi di fermo biologico senza alcun segno di callificazione.
Intervento chirurgico o Onde d’Urto ?
Perciò si poneva all’orizzonte la difficile scelta di un intervento chirurgico di riduzione e osteosintesi.
Si prospettavano risultati quasi certi di guarigione, dopo un adeguato periodo di nuova immobilizzazione e tanta fisioterapia.
Ma il chirurgo aveva prospettato anche una grande perplessità sulla possibilità che si formasse una inestetica cicatrice, molto frequente per esperienza, in questa sede.
Anche nella migliore delle ipotesi sarebbe risultata altamente deturpante per il decollete di una giovane donna.
Onde d’Urto Focali in alternativa alla chirurgia
In alcuni casi purtroppo proprio in questa zona anatomica si realizzano ancor peggio dei cheloidi che rendono la cicatrice più spessa, allargata, talvolta più scura rispetto alla pelle circostante, ancor più in una sede come questa dove ci si espone frequentemente ai raggi solari.
La trattammo così con le onde d’urto con poca esperienza ma tanto entusiasmo e infinita speranza sapendo di non curare solo una frattura ma soprattutto una giovane donna che nel caso di un nostro fallimento, avrebbe subito per sempre le conseguenze fisiche e psicologiche non indifferenti.
La ragazza fu bravissima nel collaborare al trattamento sopportando il dolore, infatti non fu praticata alcuna anestesia come previsto dai protocolli di allora.
Per fortuna il trattamento durava pochi minuti e lei poteva contare del sostegno psicologico e della affettuosa stretta di mano dei genitori, altrettanto bravi.
Ci saremmo rivisti un mese dopo quando la macchina, allora noleggiata, dopo aver girato l’Italia in altre città, sarebbe tornata su un bel furgone a Firenze per proseguire il trattamento.
Al nuovo appuntamento la ragazza si presentò con le rx di controllo ed il miracolo era successo: la guarigione biologica della frattura era ripartita, si vedeva il callo osseo e la calcificazione iniziale.
Anche la nostra avventura con le onde d’urto era partita.
Da allora sono stati fatti grandi progressi sotto il profilo tecnologico e la nostra esperienza in oltre venti anni è passata attraverso l’uso di tutte le principali e diverse apparecchiature sul mercato.
Molti anni fa, quando ancora tenevamo il conto avevamo superato i cinquemila trattamenti eseguiti personalmente.
Orgogliosi di tanto continuiamo a dare il meglio al servizio di chi ha bisogno.
Ringraziamo i pazienti e i tanti colleghi che hanno avuto fiducia in noi.
Per chi ancora non ci conosce, operiamo a Firenze, consulta le nostre tariffe, estremamente competitive.